Armando Abbiati, Presidente Nazionale S.N.A.G. Confcommercio ribadisce la necessità di un dialogo tra edicolanti ed editori prima che sia troppo tardi.
Una lettera aperta, pubblicata su Italia Oggi del 4 ottobre, fitta di concetti e anche accuse, elencando le gravi carenze distributive, con l’intento di dare una scossa ad un settore oramai…imbalsamato. 90 distributori locali, con il monopolio assoluto, incontrastato.
Inattaccabili al pari di “Signori feudali”, come li definisce il Presidente Abbiati, agiscono sul territorio nazionale decidendo e determinando in maniera autoritaria la salute della rete commerciale e la vendita del prodotto editoriale sul territorio.
Una carenza, quella della distribuzione del prodotto editoriale, talmente radicata da consentirgli di intontire qualsiasi interlocutore, senza dare la possibilità ad alcuno di conoscere realmente il vero stato dell’editoria reale sul territorio.
Il distributore non quindi come un mandatario alla vendita di un prodotto per conto dell’editore, ma un soggetto dalla presenza così forte da poter sfuggire ad un ragionevole controllo da parte di chi crea il prodotto, l’editore, e soprattutto da chi lo “monetizza, l’edicolante.
Coloro che dovrebbero esser quindi gli agenti per conto degli Editori, vogliono prevalere sul territorio, diventando giudici delle attività di cui dovrebbero essere solo meri fornitori. Lo spedizioniere si erge ad imprenditore editoriale…
Come riportato nella lettera aperta tutti ci chiediamo se gli editori conoscano o meno quanto accade sul territorio o se stiano semplicemente guardando dall’ altra parte. In questo secondo caso sarebbe interessante capire se questo immobilismo è dettato da impotenza o da una carenza strategica.
Le edicole possono fare molto di più e vendere molto di più, ma è importante che i soggetti interessati alla vendita e non quelli che pretendono o minacciano costi per il trasporto, parlino la stessa lingua prima che sia troppo tardi.
