lunedì 31 dicembre 2012

Milano e le sue edicole

Fitti ed intensi sono stati gli incontri nel corso del 2012 con l’Amministrazione Comunale. Si sono poi successivamente intensificati a seguito degli spropositati costi applicati con l’utilizzo inadeguato dei “coefficienti di via” applicati alle edicole.L’esenzione del canone sulle tende in alcuni casi ha comportato una diminuzione del COSAP ma nelle zone di maggior pregio si sono raggiunti aumenti anche del 60%.

Negli incontri tenutisi nel mese di novembre si è profilata una forte apertura e attenzione da parte dell’Assessore D’Alfonso (Come da lettura, durante il Convegno del 2 dicembre, della lettera fatta pervenire a S.N.A.G. Milano relativamente alle attività in atto ).


Le ipotesi di un abbassamento del canone sono reali e l’Assessore al Commercio ha recepito le necessità della categoria oltreché le difficoltà che sta affrontando. Nel 2012 si sono gettate le basi per trovare forme di sostegno al settore che si tradurranno con una rinnovata attenzione sui “costi” sostenuti dalla rete di vendita ma anche con l’impostazione di un progetto che generi nuove opportunità di guadagno per il proprio punto vendita.  Progetto che rinnoverà anche la funzione e l’immagine di molte edicole sul territorio.

photo credit: prayant via photopin cc

Un grandioso 2013

L'alba
Un 2012 difficile per le nostre attività e per il nostro settore. Forse addirittura storico vista la portata dei cambiamenti in atto. Le criticità esplose quest’anno hanno coinvolto molti aspetti del nostro lavoro quotidiano.
Eclatante è l’immobilismo editoriale di fronte alla necessità di rivedere le regole del nostro settore così come le difficoltà distributive che hanno costretto molte aziende a dover affrontare pesanti tagli sulla logistica con relativi peggioramenti del servizio . 


Difficoltà che hanno addirittura portato alcuni di questi a chiedere un “compenso” alla rete di vendita per poter ricevere i giornali. Non dimentichiamo poi un crollo dell‘ interesse per la carta stampata che non riguarda solo il lettore ma le stesse strutture editoriali.

Uno scenario difficile quindi ma anche stimolante perché si sta ridisegnando il nostro futuro. Certo è difficilie convivere con la consapevolezza che il nostro primo partner ovvero ”l’editore”, non è assolutamente interessato ad alcun piano di sviluppo del nostro settore. Tutti gli editori si sono attrezzati per distribuire i  loro contenuti sui vari device mobili. Tutti in crescita in Italia, un boom assoluto. Si parla di 32 milioni di cellulari “intelligenti”,  che consentano quindi grandi interazioni con il web, e di 2,9 milioni di tablet.  Da nessuna parte ho però visto o sentito un interesse, se non vago e di facciata, per le migliaia di famiglie italiane che vendono stampa quotidianamente e nel più tradizionale dei modi.

Sicuramente triste come prospettiva, ma, come dicevo prima anche stimolante. Usciamo da un lungo periodo dominato da regole scritte più di 20 anni fa e nate da presupposti oramai non più sostenibili. Nel frattempo tutti gli editori, tutti gli esperti e i vari maghi e profeti del  marketing teorizzano  nuovi modelli di business ma nessuno di questi finissimi cervelli ha mai sprecato una parola per l’ editoria reale e per  le vendite reali. Per anni con spumeggianti quanto irreali dati diffusionali hanno sostenuto un mondo basato sulla pubblicità e non sulla vendita. L’editore ora, semplicemente, non sa come vendere il suo prodotto. Vede la rivoluzione in atto ma non sa come convincere il lettore a “pagare” per i contenuti giornalistici. Certo tra morti e feriti ad un risultato si arriverà...tra qualche anno. Nasce così il “paywall’ all’italiana, che sta vedendo i vecchi nomi dell’editoria unirsi per affrontare questa battaglia, così come l’annuncio di A.D.S. (Accertamento Diffusione Stampa) che si occuperà di certificare le copie vendute anche sul digitale.

Noi invece sappiamo come vendere. Siamo una categoria che ha saputo pretendere un ruolo definito con l’immediato dopo guerra e che all’oscuro da tutto e da tutti ha coperto un a funzione straordinaria per difendere libertà di stampa e la parità di trattamento all’ombra di leggi pesanti come macigni. Una categoria laboriosa e pulita e sicuramente la parte più solvente dell’editoria italiana perché basata sul più semplice dei meccanismi commerciali e senza la copertura di finanziamenti diretti o indiretti.
Apriamoci quindi a questi anni  che porteranno  profondi cambiamenti ma che daranno i natali ad una “nuova edicola”
photo credit: Funky64 (www.lucarossato.com) via photopin cc

giovedì 27 dicembre 2012

Ti stanno fregando!

I rappresentanti del nulla stanno compromettendo tutta la categoria, portando gli abbonamenti in edicola al 10% di aggio. Nulla hanno gli editori da offrire in termini di numeri e reddito, ma Fe.Na.G.i. e CISL ci hanno svenduto non si sa per quale motivo. 
 Nel gruppo di lavoro dell’11 dicembre sembra che siano stati stimati come possibili aderenti all’oscena sperimentazione i seguenti pdv: 150pdv Milano, S.Donato 30, Bergamo 100,Brescia 20, Torino 120, Genova 110. Vicenza 180, Pescara 85, Roma 120, Napoli 300, Palermo 40. Partendo da questa disamina la sperimentazione inizierà a Genova, Pescara e Vicenza.
Numeri buttati su un foglio di carta senza alcuna logica probabilmente ma sicuramente un nuovo problema per tutta la categoria.

venerdì 14 dicembre 2012

Torna la posta in edicola?

Crolla l’editoria diminuiscono le entrate da vendita di prodotto editoriale, obbiettivo della rete di vendita è rinnovarsi e cercare nuove attività che sostituiscono quanto è stato perso ma che facciano anche crescere la propria attività.

 Tanti sono i modelli commerciali che hanno dovuto cambiare, sotto i nostri occhi, il proprio modo di porsi verso l’utente.- Perché questo non deve accadere anche a noi? Perché l’edicolante di oggi deve essere uguale a quello di 50 anni fa? Ognuno di noi si guardi attorno per vedere come sono cambiati i consumi, quante attività sono sparite e quante nuove ne sono nate. Le nostre attività possono sviluppare nuovi servizi e non devono rimanere passivamente a guardare un mercato editoriale che continua ad erodersi. E’ quindi partito, a livello sperimentale, un nuovo servizio su cui lo S.N.A.G. di Milano sta lavorando per far diventare le rivendite interessate “Operatori postali”.
E’ stato individuato un limitato panel di rivendite per testare un nuovo servizio che il rivenditore potrà offrire ai propri clienti individuando soprattutto gli studi commerciali e gli uffici che abitualmente devono utilizzare in maniera massiva le poste.
Un dato positivo. Circa trent’anni fa le edicole milanesi effettuavano servizi postali e con grande successo ma una volta le attività di natura concorrenziale venivano pesantemente limitate, soprattutto se si trattava di “poste”. Il servizio è stato quindi sospeso. Saranno gli edicolanti di oggi attivi come quelli di trent’anni fa?

Quando il Distributore chiede “un compenso” per la consegna dei giornali…

Fine luglio 2012. I rivenditori sono pronti per le sospirate ferie e le valige incominciano, lentamente, ad essere preparate quando succede che…

il distributore Canesi di Cremona improvvisamente ed incurante delle norme contrattuali invia a circa 150 rivenditori una richiesta di 5,00 euro al giorno per la consegna del materiale altrimenti sarebbero state sospese.
Da questo sono nati innumerevoli problemi, facilmente immaginabili, ma ci si rende conto anche di che paradosso stiamo vivendo come rete di vendita ma anche come cittadini. Il distributore è in grado di “spegnere” attività commerciali, e anche la libera informazione in interi Comuni. Il collo di bottiglia di cui si parla da decenni si è espresso con tutta la sua aggressività con l’oscena richiesta.
I rivenditori associati a S.N.A.G. sono stati sostenuti e siamo riusciti ad impedire che la richiesta si concretizzasse ma….cosa è accaduto sul territorio? Quante rivendite stanno pagando per lavorare e quanti invece si sono limitati a transare l’importo? Ma soprattutto cosa farebbero gli edicolanti di Milano e Provincia se accadesse a luglio 2013 anche a noi?

giovedì 13 dicembre 2012

Edicola carta e web

 Carlo Monguzzi, componente di Giunta dello S.N.A.G. Nazionale, apre la discussione su un tema fondamentale  e che in moltissimi, non si sa perchè, stanno facendo finta che addririttura non esista o che sia di secondo piano rispetto al disguido giornaliero.

"Ci hanno messi sul lastrico e ci stanno conducendo all'estinzione.  E forse ci riusciranno. Non lo so. Ma una cosa è certa: gran parte degli editori esistenti andrebbero rottamati per dilettantismo e falso in Accordo Nazionale, alcuni Distributori dovrebbero fare corsi di marketing aziendale.



Infine alcuni sindacati dovrebbero togliersi di dosso un po’ di vecchiume e di idee superate, parlando un po’ più in edicolese e meno in sindacalese. L’abilità del "colpo al cerchio e uno alla botte" ha fatto i suoi bei danni, pertanto bravi fino a ieri, ma oggi stiano a casa.
E mi fermo -con fatica, non lo nego - perché lo spirito di questo incontro è di tutt'altro taglio.
Noi non sappiamo cosa accadrà negli anni a venire, ma possiamo supporre con buona approssimazione, che la carta stampata subirà un uso ed un consumo notevolmente inferiore a quello odierno.
Non solo non conosciamo i tempi, ma soprattutto i modi con cui ciò avverrà, ma la trasformazione in atto ci induce a pensare, che per noi, non sarà un passaggio indolore. L'informazione, la lettura e l'intrattenimento multimediale si stanno influenzando reciprocamente, attraverso mezzi e strumenti che non hanno più confini.
Di conseguenza dobbiamo prendere atto, che lo strumento cartaceo, inteso come stampato o giornale, perde della propria peculiarità. Cioè di quella rapidità, particolarmente consacrata dalle notizie del giornale quotidiano, a vantaggio del nuovo mondo del web.2 o del prossimo web.3 .
Come vedete ogni giorno ci sono parole nuove, che ai più possono apparire incomprensibili, ma che esprimono invece contenuti smisurati e soprattutto inestimabili.
E noi siamo in edicola, in un chiosco a volte di dimensioni fiabesche con carta e penna.
Pertanto il prodotto cartaceo, quotidiano o periodico che sia, non ha più l'esclusiva della notizia, ma deve condividerla con nuovi mezzi, utilizzati da milioni di vecchi e nuovi soggetti, che attraverso la cosiddetta rete e in particolare con i social network, Facebook e Twitter, ne discutono in tempo reale.
Questo discuterne, scrivendosi o postandosi foto o discorsi, avviene senza muoversi dalla posizione in cui essi si trovano.  Metropolitana, treno, aereo, nave... Adesso in questo momento e in questa sala con un semplice strumento telefonico o un tablet.
Perciò non più correre verso la notizia, ma la notizia che ti raggiunge in tempo reale e ti permette di interagire con essa e con tutto il mondo che la circonda e che a sua volta interagisce con te.

Alzare il clear al mattino alle 4,30 ha ancora senso?
Pertanto il giornale non ha più quella funzione per cui è nato, che ci permetteva poi di socializzare attraverso le notizie che leggevamo, ma diviene solo un acquisto tradizionale, come si dice una consuetudine (immortale è la frase di alcuni clienti "l'ho comprato ma non l'ho neanche aperto ") oppure diviene uno strumento di approfondimento culturale.
Ho seguito da vicino - chiaramente on-line - il Convegno di Firenze, dal tema " La nuova era del giornalismo", (The New Age of Journalism) che si è svolto a Palazzo Vecchio il 27 Ottobre scorso. Marco Pratellesi, giornalista molto attento alle tematiche del proprio settore, ha esposto temi molto interessanti che coinvolgono molto da vicino anche il nostro settore e il tema della carta come mezzo d'informazione.
Un Pratellesi a cui non voglio rubare la scena, ma che dice cose che molti di noi scrivono.
Anch'io credo che si debba ammettere la conclusione di una periodo. Cioè quello del tradizionale mestiere del rivenditore di quotidiani e periodici. L'edicolante.

Di conseguenza viene messa in discussione la crisi sostanziale di quel modello di businnes importato dall'America nei primi del '900 (detto Penny Press) più che celebrato e redditizio, che considerava al centro del sistema il rapporto: editore-lettore-pubblicità.
Nel primo semestre 2012 i quotidiani americani hanno perso 798 milioni di dollari di pubblicità rispetto allo stesso semestre del 2011. Nello stesso periodo sul digitale hanno guadagnato 32 milioni di dollari in più.
I giornali sul digitale guadagnano un dollaro di pubblicità per ogni 25 dollari persi sulla carta.  I conti, evidentemente, non tornano.
I giornali stanno precipitando: secondo le previsioni del Center for the Digital Future (Centro di ricerca americano) se la diffusione dei quotidiani su carta continuerà sui trend attuali alla maggior parte delle testate stampate americane restano pochi anni di vita.
Riusciranno a sopravvivere i punti estremi della scala dei media: i quotidiani più grandi e quelli più piccoli.
La crisi ha mietuto vittime illustri: Newsweek ha annunciato che dopo 80 anni stamperà la sua ultima edizione il 31 dicembre di quest'anno. Dal 2013 il prestigioso magazine americano sarà solo digitale, consultabile a pagamento sul web e sui tablet.

Il calo della pubblicità ha reso i costi di stampa e distribuzione non più sostenibili.

In Italia, nel 2000 le vendite medie giornaliere dei quotidiani superavano i 6 milioni di copie. Nel 2011 sono scese a 4,5 milioni con una perdita di circa il 26%. Il trend sembra inarrestabile: secondo le proiezioni della Fieg, nel primo trimestre 2012 le copie giornaliere sono scese sotto la barriera psicologica dei 4 milioni, attestandosi intorno ai 3,8 milioni con un'ulteriore flessione di circa il 5% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Ma come Pratellesi, anche noi dovremmo chiederci: l'invenzione del web è compatibile con la stampa?
“Non credo sia in discussione la sopravvivenza dell'informazione. Ad essere in discussione sono le forme e i supporti con cui questa viaggerà nei prossimi anni” e – aggiungo - qui, oggi e nei giorni a venire, l'esistenza o meno del lavoro dell'edicolante e chiaramente di tutta l'organizzazione distributiva.
Ma anch'io, come altri, sono convinto che prima di essere un problema economico, la crisi di questo settore è un problema di cultura.
Per questo sono favorevole non al finanziamento pubblico dei giornali, ma al finanziamento della cultura. Che sono cose ben diverse.  In edicola un buon prodotto può fare la differenza.
Editori e i distributori devono capire che niente è più come prima e che le logiche "io ti invio e tu mi paghi a 7 giorni" non possono più essere sostenute.
Ci vogliono giornali più brevi, più selettivi, più pensati. Sono troppo pesanti da leggere e da trasportare. Vendiamo a prezzi irrisori e regaliamo chili di carta di cui la gente non se ne fa nulla.
Dopo anni di sperimentazione sul web, cellulari, tablet e social media si sono aperte nuove opportunità per l'informazione, che ci costringono ad innovarci e a trasformarci.
Due anni fa in America circolavano 13 milioni di tablet: oggi sono 70 milioni. Secondo le previsioni  entro il 2016 nel mondo saranno 665 milioni.
Ma nonostante tanti proclami, nessuno ha trovato un modello efficace per sostituire le entrate della carta con il digitale.
A questo punto dovremmo chiederci: esiste un modello economico alternativo? In un mondo che cambia così velocemente, l'unico modello possibile potrebbe essere la flessibilità: la capacità di inventarsi di volta in volta il modello più adatto alle trasformazioni in atto. Con un unico punto fermo: dobbiamo ripartire dal lettore."

E noi, edicolanti, continueremo a vendere la stampa quotidiana e periodica?

Credo di si, ma i nostri fatturati, i fatturati delle edicole si ridurranno notevolmente e i nostri punti vendita subiranno la medesima conseguenza. Inutile che vi racconti quel che non penso. Il 2013 ci vedrà in trincea.
Gli editori, incapaci di mettere in campo un progetto, sono destinati a rimodellarsi oppure spariranno anche loro. E i distributori nazionali e locali, se non si fonderanno fra loro dando vita a delle grosse concentrazioni commerciali sono destinati ad un continuo assorbirsi l'un l'altro, fino a ridursi a poche unità, con costi distributivi e di sostentamento insopportabili.
Editori e distributori se vogliono sopravvivere, devono, con l'aiuto dei rivenditori, creare rete. La rete, il marchio.
Quel qualcosa che distingua il punto vendita e lo identifichi per quello che commercializza e che vada oltre la stampa quotidiana e periodica.  Ci si deve reinventare non solo il settore stampa, ma anche il resto. E soprattutto crederci davvero. Non farlo per sbarcare il lunario, ma vederlo come business di settore.
Così facendo editori e distributori potranno avere ancora un ruolo e i giornali avranno ancora senso ad essere commercializzati nel canale attuale.
Ma ci si deve decidere oppure recidere questo cordone ombelicale che sta danneggiando la rete.
Ma io mi chiedo, perché distruggere un intero settore senza provare a prenderselo in carico e a farlo funzionare come si deve attraverso un progetto mirato?
Veramente editori e distributori credono che la crisi del punto vendita non si ripercuoterà in maniera tale da compromettere anche la loro esistenza? Mi sembra una visione un po' miope di una cancrena evidente.

Chiaramente parlo di investimenti editoriali sul punto vendita, di ammortizzare i costi a breve termine, di rottamare le chiusure, di ampliare la possibilità di commercializzare altri prodotti. Di intervenire sulla tassazione verso il governo. Per chi ha dei chioschi di ottenere maggiori spazi, minori costi dei plateatici. Una legge regionale che consideri le edicole come centri della cultura e come tali preservandone in modo intelligente l'esistenza.
E voi direte, chi si prende la briga di fare tutto ciò, rappresentando ai nostri interlocutori le nostre esigenze di rivenditori, di questo nuovo settore che deve nascere? E i tempi?
Il soggetto che deve interloquire è il sindacato e i tempi sono subito. Adesso!
Voi, noi, insieme, dobbiamo designare qualcuno, che abbia la forza di suscitare e trasmettere interesse e sappia trasformare le parole, in fatti concreti. Un progetto che parli di futuro.
Cinque o sei sindacati che si fronteggiano continuamente e che -vedesi abbonamenti in edicola- si esprimono individualmente: non - va - bene!
E non voglio che sia la firma di qualche avventato a segnare il mio destino e quello di 30.000 edicolanti. Non si può più viaggiare a vista, dove quattro tessere, parlano per le restanti 29.996.
Le regole vanno cambiate e chi non ci sta deve fare un passo indietro.
Se le primarie vanno bene per i partiti, perché anche noi non possiamo unificarci e scegliere un solo rappresentante, coadiuvato da un gruppo? Votato da tutti: associati o meno. Perchè non è una tessera che fa o non fa l'edicolante.
Rinnovarsi vuol dire anche questo: sapersi mettere in gioco. Ma soprattutto fare squadra.

                                                                                Giunta  S.N.A.G. Nazionale
                                                                                           Carlo Monguzzi 

Lecco sperimenta micropagamenti e locandine digitalizzate

Il Pres. di  S.N.A.G. Lecco Eugenio Milani, presenta il progetto che, assieme alla Confcommercio di Lecco si sta sperimentando sul territorio.

"Sono grato allo Snag-MI per aver organizzato questa Assemblea che ci permette non solo di focalizzare i problemi immediati della categoria ma di scambiare esperienze che vanno nella direzione di quel cambiamento strategico che un sindacato moderno deve con forza promuovere.




Snag-Lecco ha da tempo compreso che per dare una risposta concreta alla crisi che ricordiamoci per l’Editoria non è solo di natura economica-finanziaria, ma strutturale, è l’INNOVAZIONE.
In provincia di Lecco i Giornalai hanno coinvolto ConfCommercio ad accompagnare il processo di INFORMATIZZAZIONE, che tutti noi conosciamo come INFORIV, con un FINANZIAMENTO alla rete di vendita delle edicole.
Quindi insieme al progetto di implementazione di INFORIV per le edicole, ci sarà la trasmissione di un network di Confcommercio-Lecco, che utilizzando una rete di monitor da 42” posizionati sia in spazi pubblici di grande passaggio che nelle vetrine di altre realtà commerciali associate, veicoleranno notizie istituzionali e di pubblica utilità in collaborazione con Amministrazione Provinciale-Comune-Prefettura-ASL. Comporranno il palinsesto anche news in formato stringa –meteo –oroscopo ect.). Uno spazio sarà riservato alla comunicazione di tipo associativo delle categorie del Commercio, così come per gli spot pubblicitari, a copertura dei costi.
Riguardo alla pubblicità una recente ricerca di mercato evidenzia un aumento consistente delle inserzioni pubblicitarie connesse al sistema Digital out-of-home, determinate dal fatto che nel futuro si passerà più tempo fuori casa e questa forma pubblicitaria meglio di altre può raggiungere i potenziali clienti tramite cartellonistica digitale.
Per le Edicole, una parte del monitor verrà utilizzata come LOCANDINA DIGITALIZZATA. Su tale locandina verranno pubblicate le PRIME PAGINE dei quotidiani e periodici- NOTIZIE CIVETTA- una sorta di rassegna stampa con passaggi differenziati a secondo dell’ora del giorno.
L’obbiettivo è quello di portare nuovi lettori in edicola. Il progetto verrà integrato da azioni di marketing territoriale per stimolare le vendite basate sul sistema QRcode. Gli inserzionisti, una volta logati, comprando una PUBLICARD avranno l’accesso al sito per inserire a piacimento il proprio messaggio pubblicitario sui monitor di quella che diventerà una RETE dedicata agli associati. A regime gli investitori potranno selezionare a priori i monitor per la loro campagna pubblicitaria.
Il progetto che vi ho velocemente descritto è in sintonia con gli obbiettivi previsti dalla Legge, approvata a luglio, recante “Disposizioni urgenti per il riordino dei contributi all’Editoria”. Dal prossimo anno i contributi alle imprese editrici di quotidiani e periodici verranno riconosciuti solo su dati certi di vendita e ciò sarà possibile solo con l’utilizzo di codici a barre previsti dalla filiera editoriale informatizzata.
A sostegno della modernizzazione del sistema distributivo editoriale il Governo ha previsto anche un credito d’imposta, altro elemento importante presente nella nuova Legge, è che i rivenditori, una volta costituita questa RETE TELEMATICA, potranno accedere al portale delle Pubbliche Amministrazioni, fornendo così ulteriori SERVIZI remunerati ai propri clienti.
La Legge prevede di agevolare la diffusione della moneta elettronica. A tale proposito stiamo sperimentando in alcune edicole il pagamento CONTACTLESS. Si tratta di un mezzo sicuro e veloce che ben si sposa con le esigenze “frettolose” dei nostri clienti.
E’ una carta prepagata e ricaricabile dedicata alle piccole spese quotidiane. Non serve il PIN, accetta pagamenti fino a 25 euro, e per effettuare la transazione, che avverrà in una frazione di secondo cioè un BIP, è sufficiente avvicinare la card al POS.
Procedimento identico avviene per la tecnologia NFC ove il cellulare svolge la funzione della card. La premessa di questa sperimentazione è che le transazioni siano gratuite visto il basso margine di guadagno sulle pubblicazioni editoriale.
Il processo di utilizzo e veicolazione delle carte CONTACTLESS è ancora lento, ma nel momento che ogni carta di credito emessa da qualsiasi istituto bancario conterrà la funzione CONTACTLESS, la rete di vendita deve farsi trovare pronta.
Concludo augurandomi che l’obbiettivo della modernizzazione del sistema distributivo editoriale trovi rispondenza anche a livello nazionale e diventi una priorità da inserire nel prossimo ACCORDO NAZIONALE.

     Pres. di  S.N.A.G. Lecco
     Eugenio Milani

mercoledì 12 dicembre 2012

AGIEMME è on-line

Il Dott. Alessandro Galbiati durante l'Assemblea di Milano del 2 dicembre ha presentato il portale di AGIEMME che consentirà una forte interazione tra rete di vendita e distributore. Non in sostituzione di inforiv ma un valido aiuto per chi non avendo il programma desidera migliorare il controllo della propria attività trattandosi di un’opportunità gestita solo tramite web. Il programma consentirà la gestione di diversi aspetti:


  • Sarà un prodotto versatile, intuitivo, utilizzabile ovunque con qualsiasi device
  • Non serve istallazione ma solo la connessione internet
  • La messaggistica consentirà l’interscambio di informazioni in maniera veloce
  • Ogni rivenditore avrà le proprie bolle di consegna e resa
  • Si potranno effettuare rifornimenti ed ogni rivenditore avrà le proprie anagrafiche oltreché lo storico
  • Si potranno comunicare disguidi in consegna del portatore tracciandone anche gli orari
  • Gli estratti conto come la Contabilità e lo stato dei pagamenti saranno consultabili in ogni momento
  • Servizio di prenotazione clienti
Una base di partenza che si arricchirà nel tempo sulle esigenze del rivenditore. Le possibilità di interagire con l’Agenzia sono innumerevoli e toccheranno aspetti dedicati alla pubblicità e sponsorizzazione dei punti vendita così come senza escludere attività di e-commerce.
Un modo differente e moderno che consentirà una forte interazione tra distributore e punto vendita

Como e il suolo pubblico

Como e il suolo pubblico - Intervento del Pres. S.N.A.G. di Como Enrico Righi
"Cari colleghi, da diversi anni esiste un problema, ma di cui si è parlato raramente, se non da parte di chi l’ha vissuto: sto parlando dell’occupazione del suolo pubblico.

Presidente S.N.A.G. Como Enrico Righi
Generalmente se ne parla per un solo motivo: il costo. Ma, da diversi anni il problema è ben diverso. Sicuramente avrete sentito parlare della “Bolkestein”, una legge europea che riguarda proprio l’occupazione del suolo pubblico. Ebbene, questa legge, in sostanza, detta un principio
di base.

Il principio in oggetto è che il suolo “pubblico” è “pubblico”. Voi starete pensando che ho scoperto l’acqua calda. In realtà, il concetto è che, se il suolo è veramente pubblico, deve essere fruibile, ovvero usabile, da tutti.

Questo significa che, indipendentemente dall’uso che se ne fa, (può essere un pezzo di prato dove giocano i bambini, una fontana, un marciapiede, una piazza) tutti ne devono poterne usufruire.

Questo vale anche per chi ha un’attività commerciale o di qualunque altro tipo. La regola diventa che, per usare il suolo pubblico per uso commerciale, occorre predisporre dei “bandi di concorso pubblico”, e che il periodo di permanenza sul suolo non può più essere a tempi molto lunghi, ma relativamente brevi e prorogabili solo in caso di vincita di un altro bando.

Tipicamente si parla di concessioni non superiori a 10 anni. Questo è quanto. Solo che c’è un grosso problema. Per la Costituzione italiana, la gestione del suolo pubblico, in base a leggi e decreti che regolamentano la materia, è demandata alle regioni. Nel caso specifico, lo Stato ha emanato il d.lgs del 31 marzo 1998, n°114, che nel caso specifico della Regione Lombardia, è confluito nel Testo Unico regionale del 2 febbraio 2010 n°6, che è quello in vigore attualmente.

Questo testo, guarda caso, prevede già i bandi. Con un piccolo dettaglio: 10 anni + 10. E perfino i parametri per i bandi in questione. Cosa che invece, nella Bokestein nemmeno è accennata. Ora, tutto sta a vedere se le due cose sono conciliabili in maniera “indolore”. Al momento attuale regna il caos più assoluto. Comunque, come esempio, vi spiego qual è la situazione attuale a Como.

Che è ancora più complicata. Le concessioni di suolo pubblico sono tutte, o quasi, scadute. Ne sono state rinnovate, per vari motivi, tipo la sostituzione del chiosco, solo 3 negli ultimi due
anni. Curiosamente, due con 21 anni di concessione, una con soli 9 anni.

Complessivamente, le concessioni sono scadute da un minimo di 2 anni a un massimo di 15! La mia, per esempio, da 14! Solo che il comune continua a mandare i bollettini di pagamento,
sostenendo che questo equivale ad un tacito rinnovo della concessione. Ma lo dice solo a parole. Quando abbiamo chiesto che qualcuno ce lo mettesse per iscritto, non abbiamo ottenuto niente.

Como è una città piccola, ci sono solo 37 chioschi. Di cui solo 17 edicole. Tutti gli altri giornalai sono in negozi con attività promiscue.

Quindi la nostra forza è piuttosto limitata. Ma abbiamo constatato che, se cerchiamo di risolvere il problema singolarmente non otteniamo niente. Abbiamo quindi costituito un comitato fra tutti i chioscai indipendentemente dal tipo di attività. Abbiamo dovuto prendere un legale e complessivamente abbiamo prodotto oltre 200 pagine fra mozioni esposti denunce per riuscire a risolvere il problema, ma di rinnovare le concessioni a termini di legge non se ne parla.

Questo problema a Como è ancora più complesso di quello che la Bolkestein ha creato, ma la sostanza è che il problema non sono i politici, in quanto i consiglieri comunali e gli assessori sono in gran parte a nostro favore, quanto invece i burocrati, che nel timore di sbagliare l’applicazione delle leggi preferiscono bloccare tutto. Ciò non toglie che il rischio di vedere applicato in modo a noi dannoso qualche principio magari inesistente sia molto alto.

Quello che abbiamo imparato è che, da quando ci siamo presentati tutti insieme nelle varie sedi istituzionali, perlomeno abbiamo avuto molta più attenzione sia dagli amministratori che dalla stampa locale.

Gli articoli che parlano di noi negli ultimi 8 mesi sono una decina, su diversi quotidiani. La gente, e non solo i nostri clienti, ci chiede spesso come vanno le cose. In pochi giorni abbiamo ottenuto più di 700 firme per una nostra petizione al Comune, cifra che per Como è un autentico record. Altra dimostrazione che occorre una qualche organizzazione, per tutelare le piccole entità.

Ma il problema dei chioschi in genere è tutt’altro che un piccolo problema. Cominciando dal fatto che ad ognuno corrisponde una famiglia, che ne dipende economicamente. Per cui, pensare che ben 4 edicole (per Como sono tante!) hanno chiuso in meno di un anno, e ci siano anche stati parecchi cambi di gestione, preoccupa non poco.
Inoltre, nonostante la trattativa in corso, e senza interpellare nessuno, il Comune di Como ha aumentato il canone del 10%, e un altro 10% è già annunciato per l’anno prossimo.
Comunque, vista la nostra costante presenza presso Comune, Prefettura (per gli esposti), Polizia (per le manifestazioni), rubriche televisive (sindaco in diretta sul sito del quotidiano locale) almeno ci è stato assicurato che entro fine anno il nostro problema verrà risolto, proprio nei prossimi giorni (???).

Insomma, ormai il comune ha un interlocutore certo, non più singoli rivenditori che contrattano (si fa per dire) con una forza molto debole la loro posizione e le relative condizioni, con 37 situazioni diverse su 37 entità.

Questo si è rivelato fondamentale, a Como. Ma ormai situazioni di questo tipo si verificano ovunque. Comunque, se in una piccola città come Como si è creata una situazione così complessa, ribadisco, non per colpa dei politici, quanto piuttosto dei burocrati al potere, provate ad immaginare cosa succederebbe a Milano se qualche burocrate pazzo si comportasse come da noi, ma in proporzione…


"Convegno S.N.A.G. Milano 2-12-2012"

martedì 11 dicembre 2012

Piani Comunali ed autorizzazione alla vendita

Abbiamo avuto comunicazione relativamente a Comuni che sono determinati ad abrogare i piani comunali di localizzazione in essere in ragione dei recenti interventi legislativi in materia.

S.N.A.G. sta precisando alle Amministrazioni coinvolte, che da ciò non ne consegue la piena applicabilità della semplice segnalazione di inizio attività (SCIA – Segnalazione Certificata di  Inizio Attività), bensì la necessità che i Comuni deliberino un nuovo piano di localizzazione  ichiamando la normativa nella parte in cui è rimasta pienamente valida e vigente. Infatti, bisogna precisare che con il Decreto legge n. 138/2011, il Decreto legge n. 201/2011 e il  decreto Legge n. 1/2012, il Legislatore è intervenuto con una norma specifica: l’art. 39 (del
decreto legge n. 1/2012 convertito in Legge 24 marzo 2012 n. 27) che ha aggiunto al testo dell’art. 5 del D.Lgs. n. 170/01, una parte normativa senza modificare in nessun’altra parte il citato decreto.
Il risultato ad oggi è quindi che il D.Lgs. n. 170/01 è tuttora pienamente vigente e conseguentemente lo è il sistema autorizzatorio e di pianificazione ivi previsto: non vi è stata in buona sostanza nessuna abrogazione esplicita e tanto meno implicita della normativa vigente, ma solo un intervento integrativo.

Infatti, è bene precisare che la scelta del Legislatore nazionale di mantenere il regime di autorizzazione e di pianificazione, trova la sua fondata motivazione nelle specificità che l’attività in oggetto presenta:
- la stampa quotidiana e periodica non è considerata dal Legislatore come un bene commerciale (tanto è vero che è previsto un sistema di contribuzione statale all’editoria, un’IVA agevolata e la previsione di un principio di parità di trattamento per tutte le testate);
- l’attività di diffusione della stampa quotidiana e periodica non è un’attività commerciale e tanto meno un’attività concorrenziale (tanto è vero che i rivenditori devono porre in vendita tutte le testate al prezzo imposto dagli editori);
- sussistono motivi imperativi di interesse generale e di rilievo costituzionale (art. 21 Costituzione) che comportano che lo svolgimento dell’attività di vendita sia subordinato ad un sistema autorizzatorio e di pianificazione comunale.
- Il sistema di pianificazione non persegue obiettivi di natura economica ma ha la peculiare finalità di creare una rete omogenea e capillare di punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale in grado di fornire all’utente l’intera offerta editoriale con un servizio dedicato all’informazione

Tutto è cambiato

Tutto è cambiato. “L’Edicola” che abbiamo conosciuto e con cui siamo cresciuti perde quotidianamente lettori e forse anche interesse. Il “nativo digitale” non recepisce il “fascino” della carta e nemmeno l’importante ruolo informativo che l’edicola ha saputo dare e, come non se non bastasse, il lettore medio è oramai sempre più sedotto da strumenti più efficienti e veloci.


Per questo motivo anche S.N.A.G. Milano deve crescere e far crescere i suoi associati. L’edicolante professionale e attento supererà ogni crisi. Abbiamo voluto realizzare non una semplice assemblea ma un “evento” che creasse le basi per una crescita professionale del rivenditore e per l’impostazione dell’edicola del futuro, senza limitarsi al problema quotidiano che, anche se importante, è di un profilo e di un’incisività decisamente differente rispetto a quanto sta accadendo a Milano, in Italia e nel settore dell’editoria in generale.
Un momento dedicato quindi alla condivisione di idee, opportunità e anche delle soluzioni che  si stanno prospettando, per affrontare una crisi dei consumi e dell’editoria senza precedenti.

Milano e la sua Provincia per poter affrontare la trasformazione in atto, devono essere consapevoli che il mercato editoriale è profondamente mutato e si sta evolvendo verso modelli commerciali non ancora definiti, che non consentiranno però la concretezza che fino ad ora ha sorretto le rivendite esclusive nei grandi centri urbanistici. Si è voluto portare la rete di vendita di Milano a conoscenza di diversi aspetti, sia postivi come quelli anche negativi, che sono accaduti o che stanno avvenendo in diverse Provincie Lombarde.

Il nuovo edicolante dovrà pertanto uscire dalla propria edicola, per capire quanto accade attorno a lui. Si deve sentire protetto e sostenuto da S.N.A.G. Milano ma deve sentirsi anche imprenditore e commerciante. Deve riscoprire la “cultura” che ha cresciuto le nostre attività e aver coscienza di essere un anello di un lavoro semplice solo all’apparenza ma che in realtà presenta risvolti assolutamente complessi.

Basta rivenditori che non sanno quanto è il proprio aggio sui prodotti che vendono quotidianamente e che non sanno cos’è un “Distributore Nazionale”. Come può reagire un edicolante di fronte all’offerta di ricevere un abbonamento al 10% di sconto se ancora non ha realizzato l’aggio che riceve quotidianamente?

Ripartiamo per costruire l’edicola del futuro con la formazione dell’edicolante del futuro. Nell’incontro del 2 dicembre si è quindi discusso di diversi aspetti del “mondo edicola”. Conl’obiettivo di dare inizio ad una serie di “tavoli tematici” sui diversi argomenti che devono essere sottoposti ad un costante approfondimento, e che saranno di stimolo per ogni rivenditore, per aumentarne la professionalità e consapevolezza che tutto sta cambiando e che dobbiamo essere noi a costruire l’edicola del futuro.

I dati del Comune di Milano sono allarmanti ed hanno visto proprio nel 2011 un crollo del settore con 32 edicole cessate definitivamente, contro una media, che ci ha accompagnati dal 2005 in poi, di 8 rivendite l’anno. Oggi le edicole esclusive a Milano sono 620 contro le 732 del 2005. Ma non credano gli edicolanti che le cessazioni siano dovute solo ad un motivo di “crisi del mercato”. Approssimazione e leggerezza sono una forte concausa di questo dato.

L’edicolante è un professionista nel settore della vendita della stampa. Chi si avvicina a questo mondo impreparato e senza la volontà all’apprendimento ne paga lo scotto. L’edicola del futuro deve conoscere i dati negativi non per abbattersi ma per emergere. Fare allarmismo non è il nostro fine. L’obiettivo e fornire dati, anche crudi, per distogliere la rete di vendita da quel torpore che sta colpendo il nostro settore. Per questo motivo il Convegno del 2 dicembre ha avuto uno spirito completamente diverso.

Tre fondamenti hanno sostenuto l’incontro. Il primo è relativo alle norme di legge all’accordo nazionale. L’edicolante deve conoscere le regole, deve informarsi e informare. Deve condividere le proprie opinioni ed esperienze anche partecipando attivamente alla vita associativa.

Il secondo rappresenta l’importanza di conoscere cosa accade attorno alla propria rivendita. Pensare che i problemi di altre piazze distributive non interessino la nostra attività quotidiana è profondamente errato. L’esperienza insegna che, purtroppo, ciò che accade in altre zone spesso poi viene adottato da altri distributori locali, per cui i rivenditori che possono vantare piazze più serene e magari più sindacalizzate hanno il dovere di essere più attente e preparate per poter arginare eventuali problematiche. Le altre aree possono però anche insegnare; per questo “l’edicolante” deve essere informato e deve informarsi e bisogna recepire indicazioni positive ed innovative collaborando con altre strutture sul territorio.

Terzo spunto per la discussione è di condividere le iniziative che possono aprire nuove opportunità di business sul territorio. Il collasso del mondo editoriale deve essere non il motivo dell’abbattimento del nostro commercio ma il traino per un nostro rilancio. Presenza sul territorio, capillarità, orari di lavoro e professionalità sono capacità che ci accomunano e che possono essere applicate a diversi ambiti. 

S.N.A.G. Milano, anche a fronte di una dichiarata volontà da parte dell’Amministrazione Comunale a sviluppare modelli informativi per cittadino e per il turista strutturando degli “infopoint” con la collaborazione della nostra associazione, crede in un’edicola diversa ma che sia sempre un punto di riferimento per “l’informazione” anche con le nuove tecnologie, per questo l’edicolante avrà sempre nella nostra associazione il più fedele dei Partner.

                                                                                         Pres. S.N.A.G. Milano
                                                                                     Alessandro Rosa

martedì 4 dicembre 2012

Milano riparte!

Ringraziamo tutti i partecipanti all’evento del 2 dicembre 2012.


Nei prossimi giorni verrà inviata una relazione in merito, con gli interventi degli ospiti e relativa mozione conclusiva.

Un sincero ringraziamento ai distributori che hanno partecipato all’evento, ai rivenditori e ai rappresentanti di altre Provincie che hanno saputo portare il loro importante contributo per migliorare le nostre attività.

Relativamente ai seguenti argomenti, ampiamente illustrati e discussi il 2 dicembre, teniamo ad informarvi che:

  • ABBONAMENTI IN EDICOLA – L’accettazione da parte delle sole sigle sindacali C.I.S.L. e Fe.Na.Gi. dell’oscena proposta di dimezzamento dell’aggio per le testate domiciliate presso il punto vendita, come discusso durante il Convegno, potrebbe compromettere anche l’attuale sistema di abbonamento in edicola già utilizzato da alcuni editori.
Le testate “Il Sole 24 ore” e “Corriere della Sera”, sono distribuite con il corretto sconto del 19%. L’edicolante, qualora dovesse accettare l’oscena proposta, potrebbe portare al dimezzamento dell’aggio su tutta la rete di vendita, abbassando la percentuale al 10% come hanno concordato C.I.S.L. e Fe.Na.Gi. e con grande soddisfazione dei soli editori. Ricordiamo che questo nuovo sistema di recapito dell’abbonamento non esclude l’attuale procedura postale che rimarrà sempre una modalità di vendita utilizzata dall’editore. Vi informiamo inoltre che non è stata espressa alcuna garanzia da parte dell’editore sulle copie eventualmente portate in rete.
Data l’importanza dell’argomento e considerato che “l’inspiegabile” accettazione dell’offerta da parte delle due citate sigle sindacali non deve compromettere il ritorno economico di tutta la rete di vendita, verranno organizzati incontri presso la nostra sede sul tema aperti a tutti.
Siete pregati pertanto di contattarci dando la vostra adesione per poi poter organizzare diverse sessioni d’incontro.

  • COSAP – Gli incontri con l’Amministrazione si stanno susseguendo per definire tutti gli aspetti sia per quanto concerne il 2012 come il 2013. Riteniamo comunque, pur dovendo mantenere la doverosa cautela come anticipato in assemblea, che i risultati saranno assolutamente tangibili.

  • AGIEMME – Come da illustrazione tenuta dal Dott. Alessandro Galbiati di AGIEMME si stanno profilando importanti innovazioni in ambito tecnologico attraverso la pubblicazione di un sito internet dedicato all’ottimizzazione della comunicazione, dei rapporti di lavoro quotidiani e non solo. Informiamo inoltre il rivenditore che ci saranno importanti novità anche in ambiti inerenti il quotidiano rapporto di consegna del materiale.