mercoledì 27 febbraio 2013

Il più sincero dei ringraziamenti


Il più sincero dei ringraziamenti ai rivenditori che hanno partecipato allo sciopero.

 
Le difficoltà in cui versa il settore obbliga ogni soggetto della filiera editoriale a prendere decisioni difficili e drastiche, così come stanno facendo il mondo editoriale, quello della distribuzione e anche quello della rappresentanza delle rivendite di quotidiani e periodici.


In questi giorni sono stati fitti, frequenti e sempre stimolanti, i contatti avuti con la rete di vendita. Inutile nascondere che la difficoltà quotidiana ( vedi TGR regionale)  nella gestione del prodotto editoriale, così come l’innegabile situazione economica, abbiano dominato il dibattito e il risultato di questi tre giorni.
Un ringraziamento a tutti coloro che si sono prodigati nel sensibilizzare il vicino alla chiusura, a coloro che hanno organizzato incontri o cene con i colleghi per affrontare gli argomenti che hanno spinto allo sciopero e anche  chi ha concordato coi colleghi forme di protesta di altro tipo. Siamo spiaciuti anche nell’aver constatato che troppe rivendite hanno rinunciato alla chiusura solo perché il collega accanto ha preferito fare altre scelte.

Il processo di sensibilizzazione della rete di vendita e di accrescimento professionale e  culturale continuerà, così come la nostra lotta per ottenere sempre migliori condizioni per il settore e nonostante le nuove difficoltà che si sono profilate in questi mesi, prima fra  tutte la "disarmonia" sindacale.

L’iniziativa di questi giorni è stata molto utile per constatare la soglia di attenzione della rete di vendita sui problemi del settore e della propria attività e per contare e capire chi e quali sono i rivenditori attivi per uno sviluppo delle nostre attività e dell’Associazionismo.

In questo momento a far da padrone nel nostro settore non è l’editore, il distributore o l’edicolante ma semplicemente e banalmente “il mercato”. Spetta quindi prima di tutto  al l'edicolante rivendicare il ruolo che la sua azienda dovrà occupare nel panorama commerciale e imprenditoriale di domani

La legge è cambiata e con questa anche il ruolo della rete di vendita nell’ambito del’informazione  e spiace constatare che in troppi non l’hanno capito.

Prossimamente verranno organizzate nuove assemblee e nuovi incontri dedicati affinché il processo di sviluppo che ci sta vedendo protagonisti e che ha visto in questo sciopero un tassello fondamentale, possa restituire un nuovo modello commerciale per le edicole del futuro.













sabato 23 febbraio 2013

L'edicolante finalmente raggiunge il cittadino con pubblicità su internet


In questi giorni ho avuto la netta sensazione di essere sotto censura.Pochi articoli e pochi commenti. Si leggono solo i comunicati stampa e nessun approfondimento, tranne rarissimi, anche se a volte interessanti, articoli (Il fatto quotidiano - L'edicola non è una cabina telefonica- è uno di questi). Nel complesso l'argomento si è trattato  molto poco .
Nessuna novità vero? Lo sappiamo che la rete/edicola è in mano agli editori e che hanno bisogno un centinaio di cani da guardia per sostenersi.
 Certo il dietrofront della CIGIL su suggerimento di alcuni esponenti politici non ha aiutato in quanto, inspiegabilmente, il mondo editoriale ha voluto interpretare che lo sciopero fosse stato sospeso da tutti... che strano. Sicuramente migliaia di volantini sono oggi nelle mani dei cittadini ed il grande sforzo compiuto dallo SNAG acquistando tre pagine dei più importanti quotidiani nazionali ( Corriere della Sera-La Repubblica-Il Giornale) saprà sensibilizzare ancora di più cittadini, Amministrazioni e Istituzioni.

Con venerdì 22 febbraio abbiamo avuto la possibilità di usare anche FREE LUNA come strumento informativo per l'imminente sciopero. Come da nostro mailing di venerdì 22 febbraio rivolto a tutte le rivendite a cui è stato installato l’hot-spot con Wi-Fi FREE LUNA, questi potranno inserire "l' evento" informando i cittadini dei possibili disagi dei prossimi giorni. Bisogna ovviamente però credere nella protesta. 

Tutti gli  utenti di Milano connessi attraverso internet con FREE Luna potranno veder le vostre comunicazioni. 

Adesso spetta all'edicolante fare il suo dovere, oppure dare ragione a questo giornalista del quotidiano "la stampa" che su TWITTER, semplicemente, la pensa così...



Alessandro Rosa


giovedì 21 febbraio 2013

Edicole di Metropolitana in sofferenza



Intervista del V.pres. di S.N.A.G. Milano Giuseppe Fazio e di Gianluca Asinaro al TGR RAI  in merito al difficile momento che stanno vivendo anche le rivendite di Metropolitana.

Tra crisi dei consumi, aumenti dei costi, nuove tecnologie e una certa miopia da parte di A.T.M. gli esercenti delle linee milanesi rivendicano il loro ruolo e regole certe. Più coraggio da parte dei dirigenti e dell’Amministrazione Comunale Milanese.

( l'intervista parte con il 21° minuto)





Nessuna paura c’è S.N.A.G.!


Incredibile ma vero un dietrofrontsenza precedenti da parte di due importanti compagni di viaggio quali Si.Na.Gi. ed USIAGI.

Inspiegabilmente è bastata una cortese chiacchierata con il prefetto di Roma che ha fatto alcune personali considerazioni su problemi di grande rilevanza nazionale e due spot politici da parte dell’On. Bersani, ben noto per non aver dimostrato alcun interesse sul nostro settore con la liberalizzazione del commercio, e l’On. N. Vendola per far cambiare idea a chi si vanta di rappresentare migliaia di iscritti. 


Il Sottosegretario all’ editoria Peluffo, che non ha dimostrato un grande interesse per noi nel corso del 2012 e che non si sa se ci sarà dal mese prossimo dichiara la volontà a discutere del nostro fantastico mondo e tutto rientra. E’ tutto questo sufficiente per far calmare gli animi? Direi di no.

Non si è forse proclamato uno sciopero per sensibilizzare cittadino, Governo e F.I.E.G.?
La Federazione editori non mi pare che abbia questa gran voglia di discutere dell’Accordo nazionale ed è oramai solo impegnata a gestire gli esuberi delle case editoriali piuttosto che parlare di edicolette.

Siamo di fronte dunque ad una "ritirata strategica" dallo squisito sapore politico! Ritirata che lascia scoperte  le spalle degli edicolanti agli strali  del mercato, dei distributori e degli editori.

Per lo S.N.A.G. dunque nulla è cambiato. Domani a Milano verranno distribuiti altri 40.000 volantini e a brevissimo un' intera pagina del Corriere della Sera ribadirà il concetto che stiamo urlando da settimane, e successivamente verrà ripetuto da altri quotidiani nazionali.

Spiace però pensare che quando ci sarà la convocazione di un tavolo parteciperanno soggetti che firmerebbero qualsiasi cosa e pensionati ma soprattutto...sarà presente una disarmonia sindacale senza precedenti.

Alessandro Rosa

martedì 19 febbraio 2013

Finalmente ci contiamo!


Ricordiamo l’importante impegno previsto per i prossimi giorni, ed invitiamo tutti i rivenditori a visionare sul sito S.N.A.G nazionale  l’intervista al Presidente Nazionale Armando Abbiati che va a dettagliare il perché della decisione di indire uno sciopero di tre giorni.
Tutti noi siamo sicuramente impegnati dai problemi di tutti i giorni per vedere magari quello che sta accadendo attorno a noi, ma oggi è fortemente compromessa la nostra stessa licenza ed esistenza.
Non si parla quindi  del problema quotidiano della mancanza in resa o del gadget arrivato rotto. Parliamo di “Autorizzazione alla vendita”.

La “protezione” dello S.N.A.G. riguarda non solo gli importanti traguardi raggiunti nei vari ambiti ma anche su questo, ovvero il diritto a protestare nel più semplice ma incisivo dei modi.

Molti di voi nel tempo ci hanno chiesto iniziative specifiche di sensibilizzazione del nostro settore….adesso ci possiamo contare.   

venerdì 15 febbraio 2013

Se lui chiude io chiudo

A breve verranno distribuiti in tutte le rivendite di Milano circa 170.000 volantini che l’edicolante dovrà distribuire ai propri clienti.
L’obbiettivo è chiaramente di aiutare il rivenditore ad informare la clientela sul perché gli edicolanti d’Italia abbiano dovuto proclamare tre giorni di sciopero.Come tutti noi sappiamo il cliente vede solo il lato esteriore del nostro lavoro e non comprende quanto sacrificio e quanta fatica ci sia dietro la nostra attività quotidiana.
Il nostro settore è molto chiuso e le difficoltà dell’edicolante con i suoi mille problemi fanno fatica ad emergere. La stessa stampa nei nostri confronti non è mai stata solidale ed il motivo è fin troppo evidente.
In questi giorni abbiamo quindi la possibilità di far emergere un grave problema in un momento ancor più difficile.
Abbiamo ricevuto molte telefonate in merito ai tre giorni di sciopero e ci scusiamo se con alcuni di voi non siamo riusciti ad essere esaurienti, ma vi assicuriamo che sono state giornate intense.
Se dovessimo tracciare un unico filo per semplificare o semplicemente riassumere quella che è l’opinione del rivenditore, potremmo quasi dire che ognuno di noi osserverà quello che farà il vicino. Banalizzo:” Se lui chiude io chiudo”.
Altro aspetto importantissimo è legato al discorso dei servizi alle ditte o ai singoli clienti, e a tal proposito ricordo che si astengono dal lavoro attività dal profilo sociale ben più importanti della nostra, basti pensare agli ambiti medici, giudiziari o dei trasporti.
Tutti abbiamo un motivo per chiudere e partecipare alla protesta così come anche mille motivi per stare aperti. Primo fra tutti quello economico. Son sicuro che ognuno di noi avrebbe preferito fare la protesta in altro modo. Alcuni vorrebbero fare più giorni (ma tutti…) altri meno, alcuni solo il pomeriggio, altri vorrebbero respingere la merce e basta, altri non ci credono allo sciopero e altri ancora non ci credono più perché doveva essere fatto 20 anni fa.
I volantini che riceverete nei prossimi giorni serviranno da stimolo per il cliente ma anche per noi per sentirci categoria e per far emergere nei confronti dell’utente le difficoltà di un settore che ha dei profondi vincoli commerciali e che è soggetto ad un cambiamento epocale, dal quale si solleveranno solo coloro che sapranno scoprire nuove professionalità.

Senza guardare cosa farà il vicino!
Che ognuno faccia il suo dovere ed il risultato verrà raggiunto

lunedì 11 febbraio 2013

Caro Cliente! Ti dobbiamo una spiegazione


EDICOLE IN SCIOPERO IL 24 – 25 e 26 febbraio 2013

Caro cliente,

la Costituzione ti riconosce il diritto all’ informazione.

Ed io, assieme a tutti gli edicolanti d’Italia faccio il possibile per garantire questo tuo diritto. Sette giorni alla settimana, dall’alba al tramonto, con pochissime feste e poche ferie. In tutta Europa l’orario dei lavoratori è di otto ore per cinque giorni alla settimana.
Il 24 – 25 e 26 febbraio saremo chiusi. Mercoledì 27 riprenderemo il nostro servizio, fino a quando sarà possibile.
Ti dobbiamo una spiegazione.

La forte crisi ha coinvolto anche l’editoria e sono crollate le vendite di quotidiani e periodici. Sono in difficoltà gli editori. Sono diminuiti i nostri fornitori (distributori locali). Ma noi giornalai, ultimo anello della catena, siamo più in sofferenza di tutti.
Se pensi che il nostro guadagno (aggio) sulla vendita di un quotidiano è di 18 centesimi lordi, capisci perché 10.000 edicole sono state chiuse negli ultimi anni (2000 solo nel 2012), bruciando ventimila posti di lavoro; ed è solo l’inizio.

L’edicolante non ha armi per difendersi dalla crisi del sistema. Non può scegliere quali pubblicazioni ricevere e porre in vendita, né la quantità. Deve pagare le pubblicazioni in anticipo e non può toccare i prezzi imposti dagli editori. Subisce le vessazioni e i ricatti del distributore.
Il giornalaio è un “imprenditore” incatenato che ha molti obblighi e nessun diritto.
Dobbiamo pensare quindi che le edicole e quindi il diritto all’informazione sia condannato all’estinzione?

Oppure si può fare qualcosa?

Volendo, qualcosa si può fare.

Gli editori dovrebbero tornare a creare prodotti nuovi per soddisfare i lettori, avendo a disposizione una rete di vendita esclusiva come le nostre edicole.
I distributori dovrebbero essere arginati nell’abuso quotidiano della loro posizione  monopolistica.
I giornalai dovrebbero continuare il loro servizio dall’alba al tramonto con aggi però che gli consentano di vivere dignitosamente.
Ma tutto questo richiede dei patti fra uguali, e che il Governo stabilisca nuove regole che assicurino il vostro diritto all’informazione e la nostra libertà di impresa.
Ventimila edicole, quarantamila addetti, sono un “mercato politico” poco interessante: nessuna alleanza ha mai preso sul serio questa componente vitale del diritto all’informazione.
Siamo costretti a fare sciopero perché l’opinione pubblica sia resa consapevole di quello che si rischia nel lasciare alla deriva i rivenditori di giornali.

I giornalai con questa iniziativa lottano per non dover, un domani, aggiungersi al numero già impressionante di edicole morte.





photo credit: pierofix via photopin cc

giovedì 7 febbraio 2013

Sciopero edicole! Secondo me era meglio....


Quante volte mi sono sentito dire che dovremmo fare sciopero!
 Bene adesso ci possiamo contare. Io come voi ho dei dubbi, magari di altro tipo ma sono assolutamente reali. 


Con oggi sono incominciate telefonate del tipo:” io avrei fatto un solo giorno, io un settimana, per me non serve, io metto fuori un lenzuolo ma devo stare aperto, io…io…io”.

 Tutti abbiamo dubbi desideri ed idee, ma qua si tratta solo di fare il proprio dovere e basta.
 Domenica 24 febbraio tutti a votare e via con la famiglia senza pensarci troppo altrimenti…



photo credit: ARKNTINA via photopin cc

mercoledì 6 febbraio 2013

Edicole in sciopero! Vuoi sapere perché?


Perché ogni giorno quando vai a comprare il giornale o quando vai a comprare un semplice biglietto del tram dai per scontato che ci sia una figura commerciale, definita “edicolante”, pronta ad offrirti quell’ oggetto che viene teorizzato come l’essenza della libertà di stampa e dell’informazione ma che in realtà, a livello istituzionale, non frega proprio a nessuno.


Il lettore è abituato a trovarlo. Lo vuole, lo esige, lo pretende e lo vive come un diritto e sarà pronto a abbandonarti per un abbonamento. Si arrabbierà se per un improvviso malore l’edicolante sotto casa dovesse mai chiudere costringendolo  a fare altri 200 metri per trovare un'altra edicola. Nella realtà però al cliente non gli interessa cosa c’è dietro e tanto meno è interessato sapere che il nostro settore sta vivendo il suo crepuscolo. 

Nell’assoluto silenzio di tutti coloro che sono pronti ad ergersi a difensori della libertà di stampa e che quotidianamente rivendicano il diritto ad essere finanziati per idee che nessuno acquista e che a pochissimi interessano. Per assurdo i nostri più accesi e attivi censori sono proprio gli editori e i giornalisti.
Siamo stati una categoria redditizia ma con immani sacrifici. Ora siamo un settore in profonda crisi e lavoriamo ancora di più. Siamo nel bene e nel male coloro che hanno garantito la libertà di stampa e la parità di trattamento dall’immediato dopo guerra ad oggi. Tutelati da delle leggi ma con un prezzo salatissimo da pagare. La morte imprenditoriale. Nessuna possibilità di scelta del prodotto, ne dei quantitativi come dei titoli, aggio imposto prezzo imposto. Il franchising più esteso a livello europeo con il 100% de costi a carico dell’esercente.
Oggi la legge non è chiara. Si capisce poco è contorta e confusa. Si vede che è nata da gente che non conosce il settore e che ascolta troppe voci discordanti e soprattutto che  non sa prendere una decisione. Gli editori con la FIEG invece non esistono. Non intendono scrivere nuove regole e nemmeno ne vogliono parlare. Troppo occupati a tenersi attaccati alle poltrone. Il Corrierone vende la sede, la Mondadori non riesce a pagare l’affitto e la nostra controparte storica sonnecchia da qualche parte. La distribuzione implode sotto i costi di gestione e si inventa ogni stratagemma per stare in piede. C’è chi chiede i soldi all’edicolante, chi se li prende senza chiederli e chi farà il buco ad M-Dis e Press-di con il beneplacito dei top manager.

Sta nascendo un nuovo modo di vendere informazione. All’insegna dell’anarchia e del “si salvi chi può”. Per questo facciamo sciopero per dare una sveglia a quei pochi che vogliono costruire qualcosa, e saranno proprio coloro che venderanno informazione anche nei prossimi anni, non con regole di FIEG o norme nazionali ma con le uniche regole che contano, quelle di mercato.

A.R.



photo credit: Brocco Lee via photopin cc

martedì 5 febbraio 2013

Pokemon Confini varcati






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Sempre più network

Grande soddisfazione sta portando l’operazione iniziata a primavera 2012 che ha visto l’attivazione di quasi 150 punti Wi-Fi a Milano. La rete di vendita ancora non ha percepito la portata del progetto, ma il rivenditore di Milano deve sapere di essere oramai parte di un network attivo sempre più capillare e che oramai viene visto dall’esterno con grande attenzione.


Le edicole di Milano verranno prossimamente invitate a dei workshop dedicati per illustrare l’utilizzo del Wi-Fi. L’edicolante deve apprendere, al pari di altre attività commerciali, che il network costruito serve in primo luogo a se stesso per promuovere la propria attività attraverso le possibilità tecnologiche che vengono fornite all’associato a livello totalmente gratuito.
In questo momento viene fornita gratuitamente una connettività alle edicole di Milano che consente al turista e al cittadino di navigare gratuitamente ma che nel contempo permette una forte interazione tra punti vendita ed utente connesso, il quale potrà ricevere sms, pubblicità inviti ecc…a cura dell’edicolante. Potrà quindi “guadagnare” attraverso internet e non subirlo come è accaduto fino ad ora. L’ambizione delle edicole e di S.N.A.G. Milano deve essere “guadagnare” sull’informazione on line!

L’edicolante di Milano riuscirà a crearsi nuovi modelli commerciali, a fare informazione e a vendere informazione anche con le nuove tecnologie

lunedì 4 febbraio 2013

Trasformiamo la carta in oro

Oggi mi è capitata tra le mani una delle tante nefandezze a cui ci ha, purtroppo, abituato il mondo editoriale o più propriamente “paraeditoriale” e su cui non si è riusciti in decenni a far chiarezza. Esce il prodotto “INAC. RIED SPECIALE  “ mittente Press-Di. Non il più infimo dei soggetti quindi ma il secondo colosso distributivo italiano. L’importante testata come è chiaro dallo stesso titolo parlerà di…di….ma certo! Come non capirlo! Parlerà di cavalli. E’ vero. Anche su web-inforiv non c’è il sottotitolo né in bolla ne sul sito quindi si può ricorrere all’Organo di Conciliazione e Garanzia….e poi? Possibile che solo le Associazioni e gli edicolanti vedano quello che accade? Passano gli anni ma io la penso proprio come al Congresso di Firenze del 2010:



"Viviamo quotidianamente un sistema che oramai lascia troppi dubbi Ogni giorno riceviamo  pubblicazioni che sono morte e defunte, riciclate e rimesse nel mercato e molte Aziende si chiedono se siano prodotti regolari o meno…e la rete di vendita può solo andare sulla fiducia; riceviamo coltelli, bicchieri e piante registrati in tribunale come prodotti editoriali quando lo stesso Antitrust a gennaio li definiva “…Presunti editori…..”, ma noi, sulla fiducia continuiamo a commercializzare; abbiamo tutti i giorni in tutta Italia documenti contabili imprecisi che riportano quantitativi spesso errati in consegna e più frequentemente in resa; nonostante questo come 40 anni fa mandiamo il nostro reclamo al D.L.…e così all’infinito….; e anche qui ci dobbiamo fidare di una contabilità fatta da altri e che nessuno sa quali discrasie nel comparto, a livello globale, può creare. Oggi gli unici interventi che si possono fare sono le solite commissioni  o forse ricorsi all’ O. di C., ovvero non usciamo dalle nostre quattro mura.
Con i soldi e con il sacrificio e la dignità di una rete forte e laboriosa colmiamo le incomprensibili mancanze, che rappresentano non una lieve parte del nostro mondo, ma la totalità del comparto editoriale in quanto questo quotidiano flusso di prodotti e di finanziario è gestito da altri e incatenato anche dalle regole da noi  poste e da noi avallate e protette."

A.R.

L’edicolante e il miciolino


"Miao" storico ed eccezionale settimanale per bambini
 Tra Milano e Provincia possiamo essere fieri di aver una buona presenza sul territorio. Mille problemi tante tensioni ma evidentemente il modello associativo che rappresentiamo è ancora d’interesse per il rivenditore. Un ufficio sempre attivo e che rincorre la professionalità al massimo delle proprie capacità. Ogni giorno si gestiscono tra le 20/40 richieste di consulenze, sostegno e attività su problemi di varia natura…Aggiungo che Il 2012 è stato l’anno più tragico che Milano abbia mai conosciuto per la vendita di quotidiani e periodici ed ha visto anche l’affacciarsi di nuove normative che hanno stravolto lo scenario editoriale ed hanno portato ai nostri occhi il tema”liberalizzazioni”.
 Vengo al dunque. Nel 2012 abbiamo avuto zero telefonate in merito allo stato delle licenze ed in generale sul tema liberalizzazioni! Decine di comunicati da parte nostra in merito e nessun interesse.
Centinaia di contatti per problemi di COSAP, orario, rese, tende, finanziamenti, I.M.U.  ecc…e nessuno ci ha chiamati per chiedere:”…ma…esiste ancora l’autorizzazione alla vendita?”
Tanti anni fa ( oramai più di 20) echeggiava per il nostro ufficio una frase di Angelo Azzimonti: “ all’ edicolante interessa solo se non trovano il miciolino nella resa….?”

Aveva ragione?