Spett.le M-DIS, immagino che abbiate ricevuto svariate richieste di rifornimento della testata “Peppa PIG 2013” e dei suoi simpatici gadgets oltreché della collezione della Gazzetta dello Sport ”GoNagai”. Fenomeni editoriali che oggi sono visti dalla rete commerciale come autentiche piccole speranze di reddito. E’ per noi un momento molto difficile. Sono quasi imbarazzato ad inviare questa mail, trattandosi di argomenti noti e più volte affrontati nel corso degli anni o anche dei decenni. Sono in difficoltà perché conosco, o almeno posso immaginare, le risposte e temo di dover incorrere nelle solite discussioni che spesso abbiamo dovuto inscenare. Siamo entrambi bravi a sostenere la proprie ragione.
Vorrei spostare l’ attenzione su un altro profilo. La rete di vendita non ha dubbi sul fatto che la GDO sia servita meglio indipendentemente dalle performance ottenute e da quanto le strutture editoriali possano sostenere. Lo sappiamo perché noi spesso ci serviamo da loro. Non abbiamo copie. Solo richieste e distributori locali che sono poco più di “postini specializzati”. Abbiamo quindi un editore o un distributore nazionale che non sostiene la rete commerciale ma che crea nuovi competitors.
Il problema non riguarda solo le testate del momento ma un gran numero di pubblicazioni. Non avendo voi alcuna percezione degli esauriti sulla rete di vendita non siete in grado di capire anche le trasformazioni in atto sul rivenditore. Un limite che vi siete creati, che vi ha protetto e che ora vi sta soffocando. Se il settore editoriale non è più redditizio l’edicolante o chiude o vende altre merceologie, per cui il malcontento sfocia in ira e ha un suo sfogo in settori commerciali diversi da quello che hanno sostenuto il comune business e nascondersi dietro il distributore locale aumenta solo il divario tra noi.
Le normative consentono al rivenditore la vendita di prodotti diversi da quelli editoriali. I bar e i tabacchi acquistano edicole per pochi soldi e per poter vendere altro…L’edicolante pertanto si trasformerà, l’editore invece collasserà. La crisi dell’editoria per alcuni è tamponata con la riduzione dei costi per i piccoli imprenditori dalla ricerca di nuove opportunità di reddito.
Oggi la rete commerciale ha bisogno di partner e ci rivolgiamo a voi perché con voi siamo cresciuti. Questo non vuol dire che non si possano poi cercare nuove fonti di reddito in altri canali ma a questo punto il danno sarebbe comune oltreché dell’utenza che va a perdere professionalità e soprattutto specializzazione in favore di un nuovo soggetto che non sarà quello che conosciamo oggi.
Non entro quindi nella usuale richiesta di un aumento di copie e di una diversa logica diffusionale o commerciale, perché se fosse nelle vostre intenzioni, possibilità e capacità avreste già operato in tal senso, ma in un offerta della rete di vendita come partner in un progetto imprenditoriale che non veda l’editoria come un settore dalle prospettive decadenti e marginali.